Gli allarmi sono continui e ricorrenti, e la comunità scientifica sembra quasi unanime nel considerare di grande urgenza la necessità di affrontare con misure radicali il problema dell'inquinamento della plastica negli oceani. Se da un lato è indubbio che sia in atto una sovraproduzione di imballaggi di plastica, dall'altro dobbiamo considerare come uno degli aspetti da tenere in considerazione sia anche quello del suo smaltimento.
Purtroppo oggi le principali vittime di questa situazione sono gli oceani, come dimostra l'articolo di Life Gate che condividiamo qui di seguito.
«Ogni anno si stima che otto milioni di tonnellate, per un valore di 19,5 miliardi di euro, di plastica fluttuano negli oceani. L’80 per cento dei rifiuti oceanici è di origine antropica e proviene dalla terra ferma, mentre il restante 20 per cento arriva dalle navi – navi da crociera, mercantili o piattaforme marine, come quelle petrolifere. Se non si cambia lo stile di vita, secondo il rapporto Stemming the Tide, prodotto da Ocean Conservancy, nel 2025 ci potrebbe essere una tonnellata di plastica per ogni tre tonnellate di pesci nell’oceano».